14 Settembre 2022 in Dossier The Challenges of the European Union, Geopolitics

I NEOFASCISTI SVEDESI VINCONO LE ELEZIONI

Il partito di estrema destra svedese, i Democratici di Jimmie Åkesson, ha stravinto le elezioni. I socialdemocratici continuano ad avere la maggioranza relativa, ma il blocco di centrodestra, se si calcolano insieme i partiti dell’alleanza, ha la maggioranza assoluta. Per l’ennesima volta, nell’ultimo quarto di secolo, una formazione populista, con forti radici nelle organizzazioni neonaziste, arriva ad un passo dal potere.

Perché ciò è successo è semplice da spiegare. Il popolo svedese considera il proprio benessere come un fatto dovuto, e già cinque anni fa ha punito i socialdemocratici (che hanno governato con i Verdi, ma in minoranza) per aver aumentato le tasse e per aver aperto la porta all’integrazione di centinaia di migliaia di rifugiati politici – in arrivo dalla Siria, dall’Africa, da ovunque. In un mondo occidentale in cui, da decenni, i partiti politici rinunciano ai propri valori fondamentali e seguono pedissequamente gli umori delle folle, il governo svedese ha deciso per l’accoglienza, ma non è stato in grado di integrare gli stranieri: li ha apertamente combattuti, non aiutandoli a trovare lavoro, togliendo loro i figli e, dopo l’invasione dell’Ucraina, accettando un compromesso con la Turchia per la cacciata dei curdi, che in Svezia hanno una presenza storica e contano su diversi parlamentari.

Il governo non è riuscito a spiegare le proprie ragioni, perché le ha dimenticate. La Svezia è un piccolo paese a natalità negativa, e se non aumenta la propria popolazione, il benessere diventerà presto un ricordo. Proseguendo nella politica di pulizia etnica già praticata negli anni del nazionalsocialismo, i socialdemocratici puntano sull’integrazione forzata dei bambini e sull’estromissione degli adulti – che hanno ovviamente difficoltà ad adattarsi e ad imparare velocemente la lingua. Ma gli stranieri, di per sé, sono un bene necessario, e non una piaga.

Sono nati quartieri ghetto, pieni di disperati, dove la violenza regna sovrana – in una situazione in cui, come vuole la tradizione scandinava, la polizia è estremamente pignola e severa con il cittadino comune, ed altrettanto timida con chi picchia e spara. Per questo, nella speranza di riguadagnare voti, i socialdemocratici hanno chiesto più videocontrolli – ma la gente vuole che i musulmani scompaiano dalla Scandinavia. Subito. Non importa come. Ed approva (sempre meno segretamente) le ronde neonaziste che cercano “giustizia” sommaria. Per il popolo svedese, i quartieri ad alta concentrazione di cittadini stranieri sono delle Somalitown.

Un insulto sanguinoso, ma anche un segnale ai neonazisti che la violenza è benvenuta – ottenendo di converso altra violenza, perché un musulmano picchiato a morte, come chiunque di noi, si adonta. E se sei straniero in un paese in cui vivi nel gelo, non capisci un’acca di ciò che dicono, non trovi lavoro e ti portano via i figli, la tua voglia di delinquere cresce. L’errore con gli stranieri è quello che commettiamo tutti noi europei: li vogliamo come forza lavoro umile e silente, e non come cittadini alla pari.

30 settembre 2017: Marcia neonazista a Goteborg – la polizia resta a guardare  

Poi accade che Putin invada l’Ucraina ed i prezzi dell’energia schizzino alle stelle. Nonostante il mutamento climatico, ve lo assicuro, l’inverno svedese, senza riscaldamento, è terrificante. Per la popolazione è chiaro: la colpa non è di Putin, ma del governo svedese, che, invece di aderire alla NATO ed aumentare le tasse per rafforzare l’esercito, avrebbe dovuto fare patti con la Russia, al diavolo gli ucraini: sono comunque ancora nuovi stranieri, gli ennesimi, arrivati in fuga dalla guerra, alla ricerca di una casa, un lavoro e un futuro.

Il partito di estrema destra si dichiara filoeuropeista ed ecologico – e sostiene che la soluzione al problema energetico sia nella costruzione di nuove centrali nucleari. Quanto ciò sia ecologico è difficile capirlo, ma i socialdemocratici non sono riusciti a spiegare che, se domani il governo decidesse la costruzione di un nuovo impianto, dovrebbe aumentare le tasse per pagarlo, e ci vorrebbe un quarto di secolo (almeno) prima che quell’impianto entri in rete ed inizi a produrre energia. I socialdemocratici hanno invece deciso di seguire la massa, ed appoggiare l’idea del nucleare. Una follia che li ha messi in ginocchio: ora l’estrema destra ha i numeri per governare, ma non ha idee – difatti negozia per un nuovo governo di minoranza, retto dall’astensione da destra, che si carichi sulle spalle la responsabilità dei duri anni cui tutti noi europei andiamo incontro.

Nessuno dice che, per risolvere la questione dei cereali e dell’energia, è necessario che l’Ucraina vinca la guerra, e che comunque, subito dopo, ci sarà un piano Marshall immenso che farà guadagnare miliardi alle aziende occidentali. Si preferisce seguire il malumore invece di fare politica. Come in Germania, in Italia, quasi ovunque. Io speriamo che me la cavo.

SVE016




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